Controllo Legionella

  • Controllo Legionella con check up generale dell’impianto e analisi della documentazione tecnica fornite dal Cliente e dalla società di progettazione e manutenzione degli impianti secondo le Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità;
  • redazione del “Manuale di prevenzione e controllo della legionellosi” redatto secondo il Sistema HACCP e Risk Assessment delle norme ISO 9001 e 14001;
  • nomina del “Responsabile per la gestione del rischio” che comprenda la valorizzazione della politica di prevenzione e l’applicazione delle misure di controllo;
  • gestione dell’eventuale rischio rilevato derivante dall’impianto idrosanitario e termomeccanico creando le misure correttive necessarie al ridurre al minimo il rischio evidenziato;
  • istituzione del “Registro degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria” degli impianti idrico-sanitario e aeraulico;
  • Campionamento ed Analisi Legionella;
  • audit semestrale sullo stato tecnico-sanitario della struttura e sulle modalità di gestione del processo di manutenzione/sanificazione, con evidenza delle azioni correttive e/o di miglioramento da intraprendere per migliorare il processo, tutelare la proprietà e la salute dei lavoratori e degli utenti.

Legionella: sintomi, controllo e prevenzione

Origine e sviluppo della Legionella

Con il termine Legionellosi vengono indicate tutte le gravi forme di polmonite causate da oltre 40 specie di batteri aerobi appartenenti al genere Legionella, microrganismi molto presenti in ambienti umidi o caldi o acquosi, la più pericolosa dei quali è la Legionella pneumophila alla quale sono addebitati circa il 90% dei casi di malattie.

La Legionella è stata isolata in impianti civili e industriali idrico-sanitari e aeraulici di vecchia realizzazione o con manutenzione non adeguata oppure, in certi casi anche dall’acqua naturale di fiumi, laghi e serbatoi di accumulo.

La malattia si sviluppa sotto due forme di diversa gravità: la malattia del legionario vera e propria, che frequentemente include una forma acuta di polmonite e la febbre Pontiac, una forma molto meno grave.

Il periodo di incubazione di norma oscilla tra 2-10 giorni ed i sintomi si manifestano mediamente tra 3-6 giorni dopo l’esposizione, inizialmente con febbre, brividi, cefalea e dolori muscolari, seguiti da tosse secca e difficoltà respiratoria che in alcuni casi progrediscono fino ad una polmonite grave.

Il 30% ca. delle persone colpite presenta anche diarrea o vomito e circa il 50% confusione mentale e delirio, con un tasso di letalità medio del 10-15% che supera il 60% nei soggetti infanti o anziani e in pazienti trapiantati o immunodepressi; ad oggi non è dimostrato che la malattia si possa contrarre bevendo acqua contaminata e sembra esclusa la trasmissione diretta umana.

La Legionellosi viene generalmente contratta per via respiratoria, mediante inalazione o micro aspirazione di aerosol in cui è contenuto il batterio, che si forma attraverso le minuscole gocce generate dallo spruzzo dell’acqua, o dall’impatto dell’acqua su superfici solide; più le goccioline sono minuscole, più sono pericolose (es: gocce d’acqua con un diametro < 5µ raggiungono più facilmente le basse vie respiratorie e diventano invasive).

L’aerosol pericoloso per la salute può essere generato da ambienti favorevoli, connotati da scarso utilizzo, manutenzione e sanificazione trascurata, quali ad esempio:

  • cisterne di accumulo dell’acqua;
  • frangiflutti dei rubinetti e soffioni delle docce;
  • vasche idromassaggio, piscine, saune, bagni turchi;
  • idro ventilatori, umidificatori, condizionatori, split, fan coil;
  • batterie UTA, torri di raffreddamento, condensatori evaporativi impianti trattamento aria;
  • impianti di irrigazione di parchi e giardini;
  • acque di scarico di impianti igienici.

Approfondimenti Legionella.

Per effetto delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 si è avuta una sospensione o una drastica riduzione nella frequenza e nella gestione di molti edifici o parti di essi, quali, tra l’altro, luoghi di lavoro, scuole, università, strutture per l’infanzia, istituti scolastici, alberghi ed edifici con alloggio, attività di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, mense), centri sportivi e commerciali, strutture turistico-recettive, ricreative ed espositive.
La chiusura di edifici o parti di essi, il loro uso limitato o l’adeguamento/costruzione di edifici per ospitare malati o contatti di casi in quarantena conseguente alla pandemia COVID-19, se non gestita in modo adeguato, può aumentare il rischio di crescita di Legionella negli impianti idrici e nei dispositivi associati.
Al fine di garantire la salute e la sicurezza di ospiti, visitatori e personale che frequenteranno una di queste strutture è molto importante che, nelle diverse fasi della pandemia, si garantisca la corretta manutenzione e la sicurezza sanitaria, con particolare riferimento al rischio Legionella, di tutti gli impianti idrici assoggettati a periodi di chiusura o di fermo parziale.
Questa guida ha lo scopo di fornire indicazioni ai responsabili di tutti gli impianti a rischio di trasmissione di Legionella di strutture turistico recettive, (rientranti nel codice ATECO 55) e altri edifici ad uso civile e industriale su come controllarne la proliferazione per evitare:
 
    • il verificarsi di casi in ospiti e lavoratori di strutture turistico-recettive o di altri edifici alla riapertura degli impianti;
    • l’aggravamento dello stato di salute di pazienti già infettati da Sars-Cov-2 che potrebbero essere collocati in complessi adattati a strutture ospedaliere o per la quarantena.
 
Le presenti indicazioni integrano le misure routinarie di prevenzione e controllo per contenere la proliferazione di Legionella negli impianti indicati nelle linee guida nazionali anche in adeguamento al DL.vo 81/2008 che prevede l’obbligo, per il datore di lavoro, di valutare il rischio Legionella sia per i lavoratori che per qualsiasi altra persona che frequenti il luogo di lavoro.
Legionella è uno tra i patogeni più importanti trasmessi attraverso l’acqua, responsabile di una grave polmonite denominata “malattia dei legionari”, generalmente nota come “legionellosi”.
E’ obbligatorio elaborare e/o aggiornare il Manuale di Prevenzione e controllo  (ogni 2 anni o meno se sono incorse modifiche all’impianto o si sono verificati casi di malattia), il registro di manutenzione dell’impianto e la descrizione delle azioni correttive adottate e che tali documenti siano disponibili per un’eventuale ispezione, completi di data e firma di chi ha espletato tali attività.
E’ obbligatorio, inoltre, prelevare campioni d’acqua per la ricerca di Legionella dai terminali sentinella e, soltanto se i campioni d’acqua prelevati risultano negativi, i sistemi di acqua calda e fredda sono da considerarsi sotto controllo e l’edificio può essere riaperto.

Analisi del rischio Impianto idrosanitario acqua potabile

 

Possibili punti di rischio Tipi di rischio Azione preventiva prevista
Cisterna di accumulo Ristagno e carica batterica elevata

Pulizia e disinfezione

 

Deposito dell’acqua calda

a) Ristagno, incrostazioni, carica batterica elevata

b) Temperatura tra 25°C- 45 °C

 

a) Pulizia e disinfezione

b) Temperatura > 60°C

 

Deposito dell’acqua fredda

a) Ristagno, incrostazioni, carica batterica elevata

b) Temperatura tra 25°C- 45 °C

 

a) Pulizia e disinfezione

b) Temperatura < 20°C

 

Docce

a) Ristagno, incrostazioni, carica batterica elevata

b) Temperatura tra 25°C- 45 °C

a) Pulizia e disinfezione

b) Temperatura > 50°C all’erogazione

Rubinetti

a) Ristagno, incrostazioni, carica batterica elevata

b) Temperatura tra 25°C- 45 °C

 

a) Pulizia e disinfezione

b) Temperatura > 50°C all’erogazione

Punti terminali

a) Ristagno, incrostazioni, carica batterica elevata

b) Temperatura tra 25°C- 45 °C

Pulizia e disinfezione continua con prodotto apposito

Prevenzione e controllo del rischio da esposizione a legionella

Misure preventive Frequenza interventi
Mantenimento costante dell’acqua calda a una temperatura superiore ai 50°C dopo 1 minuto dall’erogazione.L’acqua calda in serbatoio viene stoccata ad una temperatura > 60°C Continua
Effettuare flussaggio dei serbatoi di accumulo (caldi e freddi) Settimanale
Mantenimento costante dell’acqua fredda ad una temperatura < 20°C Continua
Fare scorrere l’acqua sia calda che fredda dai rubinetti e dalle docce delle camere non occupate da più di 7 giorni per alcuni minuti almeno prima che vengano occupate Settimanale(per camere non occupate)
Mantenere le docce, i diffusori delle docce ed i rompigetto dei rubinetti puliti e privi di incrostazioni, sostituendoli all’occorrenza Trimestrale
Pulire e disinfettare regolarmente almeno 2 volte l’anno le torri di raffreddamento/condensatori delle unità di condizionamento dell’aria Semestrale
Ispezionare i serbatoi dell’acqua, le torri di raffreddamento, le UTA e le tubature visibili.Accertarsi che tutte le coperture siano intatte e correttamente posizionate. Mensile
Disinfezione del circuito di acqua calda in modo continuo con apposito prodotto Continua
Svuotare, disincrostare e disinfettare i serbatoi di accumulo dell’acqua calda e fredda e ripristinarne il funzionamento dopo accurato lavaggio Annuale
Pulizia dei filtri dell’acqua dell’acquedotto Max trimestrale
Campionamenti di acqua in punti specifici per ricerca di Legionella Semestrali

Piano di campionamento per strutture ricettive di ospitalità in base alle dimensioni

Struttura recettiva di medie dimensioni (1-100 camere)

Per ciascun impianto di acqua calda sanitaria vengono effettuati i seguenti prelievi con cadenza semestrale:

  • mandata generale dall’acquedotto oppure dal rubinetto più vicino al serbatoio/i;
  • ricircolo;
  • fondo serbatoio/i;
  • almeno 3 in punti rappresentativi (ovvero i più lontani nella distribuzione idrica e i più freddi).

Per ciascun impianto di acqua fredda sanitaria vengono effettuati i seguenti prelievi cadenza semestrale:

  • fondo serbatoio/i o cisterne di accumulo/compensazione;
  • almeno 2 in punti rappresentativi (ovvero il più lontano nella distribuzione idrica ed il più caldo).

Struttura recettiva di ospitalità di medio-grandi dimensioni (101-200 camere)

Per ciascun impianto di acqua calda sanitaria vengono effettuati i seguenti prelievi con cadenza semestrale:

  • mandata generale dall’acquedotto oppure dal rubinetto più vicino al serbatoio/i;
  • ricircolo;
  • fondo serbatoio/i;
  • almeno 6 in punti rappresentativi (ovvero i più lontani nella distribuzione idrica e i più freddi).

Per ciascun impianto di acqua fredda sanitaria vengono effettuati i seguenti prelievi cadenza semestrale:

  • fondo serbatoio/i o cisterne di accumulo/compensazione;
  • almeno 4 in punti rappresentativi (ovvero il più lontano nella distribuzione idrica ed il più caldo).

Struttura recettiva di ospitalità di grandi dimensioni (201-300 camere)

Per ciascun impianto di acqua calda sanitaria vengono effettuati i seguenti prelievi con cadenza semestrale:

  • mandata generale dall’acquedotto oppure dal rubinetto più vicino al serbatoio/i;
  • ricircolo;
  • fondo serbatoio/i;
  • almeno 9 in punti rappresentativi (ovvero i più lontani nella distribuzione idrica e i più freddi).

Per ciascun impianto di acqua fredda sanitaria vengono effettuati i seguenti prelievi cadenza semestrale:

  • fondo serbatoio/i o cisterne di accumulo/compensazione;
  • almeno 6 in punti rappresentativi (ovvero il più lontano nella distribuzione idrica ed il più caldo).

 

Modalità di campionamento

Il campionamento deve essere effettuato prima che venga attuato un qualunque intervento di disinfezione o pratica preventiva (pulizia e/o disinfezione con qualunque metodo) oppure a distanza di un tempo congruo dalla sua esecuzione (es. dopo circa 48 ore dall’avvenuta messa a regime dell’impianto post intervento).

Il protocollo operativo per effettuare il campionamento rispetta quanto descritto nell’allegato 3 delle “Linee guida per la prevenzione ed il controllo della Legionellosi Conferenza Stato-Regioni 2015”. 

Risultati di campionamento

Esiti del campionamento

Se il campionamento è positivo, oltre a quanto specificato nella lista di controllo, occorre mettere in atto le misure elencate nelle seguenti tabelle, a seconda della carica di legionella riscontrata all’esame batteriologico. 

Tabella 1 – Tipi di intervento indicati per concentrazione di Legionella negli impianti idrici a rischio  

ContaLegionella (UFC/L) Intervento richiesto
Sino a 100 Verificare che le correnti pratiche di controllo del rischio siano correttamente applicate.
Tra 101 e 1.000

In assenza di casi:Verificare che la struttura abbia effettuato una valutazione del rischio e che le misure di controllo elencate nelle presenti linee guida siano correttamente applicate.

In presenza di casi:

Verificare che siano in atto le misure di controllo elencate nelle presenti linee guida, sottoporre a revisione la specifica valutazione del rischio ed effettuare una disinfezione dell’impianto.

Tra 1001 e 10.000

In assenza di casi:·       Se meno del 20% dei campioni prelevati risulta positivo l’impianto idrico deve essere ricampionato, almeno dagli stessi erogatori risultati positivi, dopo aver verificato che le correnti pratiche di controllo del rischio siano correttamente applicate. Se il risultato viene confermato, si deve effettuare una revisione della valutazione del rischio, per identificare le necessarie ulteriori misure correttive. L’impianto idrico deve essere ricampionato, dopo l’applicazione delle misure correttive.

·       Se oltre il 20% dei campioni prelevati risultano positivi, è necessaria la disinfezione dell’impianto e deve essere effettuata una revisione della valutazione del rischio, per identificare le necessarie ulteriori misure correttive. L’impianto idrico deve essere ricampionato, almeno dagli stessi erogatori risultati positivi.

In presenza di casi:

A prescindere dal numero di campioni positivi, è necessario effettuare la disinfezione dell’impianto e una revisione della valutazione del rischio, per identificare le necessarie ulteriori misure correttive.  L’impianto idrico deve essere ricampionato dopo la disinfezione, almeno dagli stessi erogatori risultati positivi.

Superiore a 10.000 Sia in presenza che in assenza di casi, l’impianto deve essere sottoposto a una disinfezione (sostituendo i terminali positivi) e a una revisione della valutazione del rischio.L’impianto idrico deve essere ricampionato, almeno dagli stessi erogatori risultati positivi.

Riferimenti normativi

Con il DM 15 Dicembre 1990, emanato dal Ministero della Salute, la Legionellosi rientra tra le malattie infettive e diffusive, ad obbligo di denuncia; a tal proposito, l’Istituto Superiore di Sanità ha avviato un Programma Nazionale di Sorveglianza della malattia, istituendo un Registro Nazionale della Legionellosi (DM 07.02.83). Gli obiettivi del Registro sono di monitorare la frequenza di legionellosi diagnosticata in Italia, identificando eventuali variazioni dei trend, al fine di attivare appropriate misure di controllo.

  • Linee guida legionellosi Conferenza Stato-Regioni 2015
  • European Legionnaires’ Disease Surveillance Network (ELDSNet) – Operating procedures 2012
  • Linee guida “Prevenzione e controllo della Legionellosi nella Regione di riferimento
  • D.Lgs 81/08 “Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro – Elenco degli agenti biologici classificati”
  • Legionella and the Prevention of Legionellosis WHO 2007
  • Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione Conferenza Stato-Regioni 2006
  • Linee-guida recanti indicazioni sulla legionellosi per i gestori di strutture turistico-ricettive e termali 2005
  • European Guidelines for Control and Prevention of Travel Associated Legionnaires’ Disease – Procedures for responding to travel associated cases of Legionnaires’ disease 2002
  • D.Lgs. 31/01 “Qualità delle acque destinate al consumo umano” e s.m.i.
  • U.S. Occupational Safety and Health Administration) “Technical Manual – Legionnaires’ Disease”
  • ASHRAE Guidelines (American Society of Heating, Refrigerating, and Air-Conditioning Engineers